Pietro Befulco, Madonna col Bambino in trono e santi; Martirio di S.Stefano (1490 circa)
Olio su tavola, 229×150 cm
Museo Nazionale di Capodimonte (mappa)
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Pietro Befulco, pittore di origini salernitane, subì gli influssi della pittura iberica durante gli anni della formazione trascorsi a Napoli – tra il 1460 e il 1490 – sotto la guida del Maestro Colantonio.
In questa, che è una delle opere migliori che ci siano giunte, è evidente l’influenza dello stile valenzano portato a Napoli in primis da Jaime Baço Jacomart, e poi anche da Pagano e Quartararo, nella raffigurazione del pavimento fortemente inerpicato e nella resa delle pieghe delle vesti. Il dettaglio di Gesù bambino che che gioca con le ciliegie, invece, è ripreso direttamente dal polittico del Maestro di San Severino che all’epoca faceva bella mostra di sé sull’altare maggiore della chiesa dei Santi Severino e Sossio a Spaccanapoli.
Purtroppo non si conosce la collocazione originaria della pala, tuttavia l’enfasi posta su S. Stefano, il cui martirio è illustrato nella lunetta, oltre ad essere rappresentato in ricche vesti inginocchiato in primo piano, e la presenza di San Pietro e Girolamo, fanno ipotizzare che si trovasse in una chiesa domenicana.
E non sarebbe del tutto inappropriata l’ipotesi che si trovasse proprio in San Domenico: questa infatti era la chiesa prediletta dei sovrani aragonesi (e infatti vi sono tuttora custodite le spoglie) e non sarà sfuggito agli osservatori più attenti che nelle vesti di Santo Stefano sia ritratto proprio il Re Ferdinando I!
Il sovrano, che aveva ereditato dal padre la passione per l’arte e l’attitudine al mecenatismo, non era nuovo a queste “comparsate” e la collaborazione con Befulco si ripeterà anche in altre occasioni.