Pietro Befulco, Andata al Calvario, 1490 circa
Olio su tavola, 90x80cm – Museo di Capodimonte (mappa)
In origine presso la Chiesa di S.Maria delle Grazie a Caponapoli
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Pietro Befulco, salernitano, ebbe la sua formazione a Napoli presso la bottega di Colantonio nella seconda metà del ‘400. Di lui ci rimangono alcune pale d’altare in cui è evidente l’influsso sulla scena napoletana della pittura iberica che – dopo l’arrivo di Alfonso d’Aragona – andava innestandosi sul modello flandro-borgognone-provenzale sviluppatosi durante il regno di Renato d’Angiò.
L’attribuzione a Befulco di alcune opere è ancora oggi controversa, in quanto legata alla firma “Petr” presente su alcuni dipinti, che viene interpretata da alcuni autori come riferibile a Pietro Buono.
Questa piccola tavola, la cui immagine è stata reperita casualmente in rete, mi ha colpito per la rappresentazione della porta della città di Gerusalemme che, come lo stile degli edifici retrostanti, appare subito “fuori luogo” rispetto al contesto storico. Naturalmente la raffigurazione dei luoghi sacri nelle forme occidentali contemporanee era una costante nella pittura rinascimentale (e non solo), ma in questo caso quello che salta all’occhio – anche ad un osservatore meno attento – è la straordinaria somiglianza tra questa porta e Porta Capuana, capolavoro dell’architettura rinascimentale napoletana edificata per volere di Re Ferdinando I da Giuliano da Maiano, nel 1484.
Dell’opera ho trovato ben poche informazioni: da quanto ho capito tratterebbe di una delle scene della passione presenti nella predella della cona d’altare della Chiesa di S.Maria delle Grazie a Caponapoli. Della medesima cona dovrebbe far parte anche la “flagellazione” visibile in basso, mentre la pala principale dovrebbe corrispondere (benché abbia trovato solo pochi riscontri) all’Incoronazione della Vergine che oggi è custodita nella chiesa di Santa Maria Segreta a Milano.