Anonimo napoletano, Ritratto di Alfonso d’Aragona.
Olio su tavola, cm 90 x 71
Museo Jacquemart, Parigi.
Un ritratto del “Re di Ragona”, che per l’impostazione della figura su sfondo scuro inserita in un’edicola classica in lieve prospettiva, richiama direttamente lo stile di Piero della Francesca.
Nel 1457 il Duca Federico da Montefeltro era a Napoli, ospite di Alfonso per organizzare una coalizione contro Sigismondo Malatesta di Rimini. È stato ipotizzato che in questa occasione il Duca potrebbe aver decantato al Magnifico le doti di Piero della Francesca che già da tempo frequentava la corte di Urbino, inducendo quest’ultimo a commissionare un ritratto nello stile che andava diffondendosi tra i Signori del Centro Italia.
L’opera tuttavia, pur richiamando molto da vicino altri ritratti di Piero (si vedano ad es. il ritratto dello stesso Malatesta risalente al 1451 o l’affresco nel Tempio Malatestiano di Rimini), non sarebbe opera diretta del Maestro – la cui presenza a Napoli non è documenta, ma che il prof. Bologna ipotizza proprio grazie all’esistenza di questo ritratto – quanto di un suo seguace napoletano. In ogni caso, seguendo questo ragionamento, di cui anche il prof. Bologna si fa promotore, l’opera sarebbe databile tra il 1457 e il 1458.
Ora, considerando che Alfonso morì proprio nel 1458, ci sembra francamente improbabile che – per quanto il sovrano possa essere stato “idealizzato” – tale ritratto possa raffigurare una persona di 63 o 64 anni… Come se non bastasse, ammettendo che l’epigrafe sia coeva al ritratto , non si spiega per nessun motivo al mondo perché il Rey, dopo ben 15 anni dalla conquista del regno per il quale aveva combattuto per quasi una vita intera – e non avendo più messo piede in Aragona almeno dal 1443 – dovesse poi farsi indicare ancora soltanto come “Re di Ragona”!
In definitiva, a rischio di attirare gli strali di qualcuno realmente esperto, ci sentiremmo di affermare che il ritratto può ben risalire ad un periodo immediatamente precedente o successivo alla conquista di Napoli; e a questo punto – poiché allievi ed imitatori all’epoca ancora non erano apparsi e considerando che la precocità giustificherebbe il tratto ancora incerto e i cromatismi poco ricercati – anche ad azzardare che possa essere stato realizzato di proprio pugno dallo stesso Piero della Francesca, ben prima delle opere Riminesi…